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altro regalo , stavolta regalo di pasqua!


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se leggi quello che scrivo ho detto :

avevamo già tante teste di caxxo in italia ci mancavano quelle d'importazione

 

l'italia è sempre andata avanti senza di loro e per quanto riguarda il PIL è certo che fa comodo solo al palazzo della politica a te non abbassano il prezzo del carburante stanne sicuro <_<

 

mi fa ridere l'imprenditore italiano che assume questa gente così li paga la metà

e poi quando gli invadono le città fanno i muri di contenimento :lol:

 

queste sono le teste di caxxo di italiani che citavo prima

 

qui in italia hanno portato solo:

delinquenza, malattie, sporcizia e puzza tantissima puzza.

va beh ho capito che è chiaro che parli cosi solo perchè ti hanno rubato in casa

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va beh ho capito che è chiaro che parli cosi solo perchè ti hanno rubato in casa

 

 

no mi stavano sui coglioni gia da prima ora peggio

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Scusate ragazzi, capisco il danno, ma personalmente non condivido tante risposte o solo parti di esse!

Come ho letto sopra in una risposta di Art, anche io come a lui ho 2 operai rumeni ed anche loro si sarebbero fermati e ve lo garantisco! come vi garantisco che non si sarebbero fermate tantissime altre persone che conosco anche se di nazionalità italiana!

Sono coscente che il mondo è pieno di stroxxi e che magari c'è tanta gente che lascia disperato la terra dove ha vissuto magari solo perchè non è stato fortunato come noi.

Ancora non mi spiego il motivo per il quale l'80% delle auto di una "certa importanza", con al volante gente italiana che conosco da anni che abita nel paese dove vivo in Provincia di Padova, sono targate con targhe rumene! ...forse risparmiano 100 euro di assicurazione o 200 euro di bollo!!! ...magari a tamponare l'amico "esperanza" sia stato proprio uno di quest'ultimi che ho citato :huh: .

Ci tengo a precisare che i 2 rumeni che ho alle mie dipendenze sono in regola e pagati come da contratto di lavoro CCNL, sono gli unici 2 operai che si sono presentati dopo che da più di un'anno cercavo disperatamente per incrementare il personale ...e poi, sopratutto da noi in Sicilia, dicono che non c'è lavoro! ...forse noi italiani non vogliamo fare più gli operai? ...o come mi ha detto di recente una persona che voleva solo lavori dove deve stare dietro la scrivania!

Mi sa invece che sopratutto negli ultimi anni vedo sempre più gente che invece non ha voglia di lavorare e questo mi dispiace.

Preciso inoltre che, a scanso di equivoci, il mio è semplicemente uno sfogo, la mia risposta non è riferita a nessuno.

Sbymotta

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Scusate ragazzi, capisco il danno, ma personalmente non condivido tante risposte o solo parti di esse!

Come ho letto sopra in una risposta di Art, anche io come a lui ho 2 operai rumeni ed anche loro si sarebbero fermati e ve lo garantisco! come vi garantisco che non si sarebbero fermate tantissime altre persone che conosco anche se di nazionalità italiana!

Sono coscente che il mondo è pieno di stroxxi e che magari c'è tanta gente che lascia disperato la terra dove ha vissuto magari solo perchè non è stato fortunato come noi.

Ancora non mi spiego il motivo per il quale l'80% delle auto di una "certa importanza", con al volante gente italiana che conosco da anni che abita nel paese dove vivo in Provincia di Padova, sono targate con targhe rumene! ...forse risparmiano 100 euro di assicurazione o 200 euro di bollo!!! ...magari a tamponare l'amico "esperanza" sia stato proprio uno di quest'ultimi che ho citato :huh: .

Ci tengo a precisare che i 2 rumeni che ho alle mie dipendenze sono in regola e pagati come da contratto di lavoro CCNL, sono gli unici 2 operai che si sono presentati dopo che da più di un'anno cercavo disperatamente per incrementare il personale ...e poi, sopratutto da noi in Sicilia, dicono che non c'è lavoro! ...forse noi italiani non vogliamo fare più gli operai? ...o come mi ha detto di recente una persona che voleva solo lavori dove deve stare dietro la scrivania!

Mi sa invece che sopratutto negli ultimi anni vedo sempre più gente che invece non ha voglia di lavorare e questo mi dispiace.

Preciso inoltre che, a scanso di equivoci, il mio è semplicemente uno sfogo, la mia risposta non è riferita a nessuno.

Sbymotta

:rolleyes:

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Ancora non mi spiego il motivo per il quale l'80% delle auto di una "certa importanza", con al volante gente italiana che conosco da anni che abita nel paese dove vivo in Provincia di Padova, sono targate con targhe rumene! ...forse risparmiano 100 euro di assicurazione o 200 euro di bollo!!! ...magari a tamponare l'amico "esperanza" sia stato proprio uno di quest'ultimi che ho citato

 

 

Mi sa invece che sopratutto negli ultimi anni vedo sempre più gente che invece non ha voglia di lavorare e questo mi dispiace.

Preciso inoltre che, a scanso di equivoci, il mio è semplicemente uno sfogo, la mia risposta non è riferita a nessuno.

Sbymotta

 

 

 

per l'80 % ho seri dubbi io non ne ho mai visti <_<

comunque rientrano nelle teste di caxxo di italiani citati

 

per la voglia di lavorare qui da noi i ragazzini se li paghi vanno anche in campagna.......

:rolleyes:

Modificato: da stebea
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per l'80 % ho seri dubbi io non ne ho mai visti <_<

comunque rientrano nelle teste di caxxo di italiani citati

 

per la voglia di lavorare qui da noi i ragazzini se li paghi vanno anche in campagna.......

:rolleyes:

ma mai come gli stranieri...

 

l'italia senza gli stranieri chiuderebbe

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per l'80 % ho seri dubbi io non ne ho mai visti dry.gif

comunque rientrano nelle teste di caxxo di italiani citati

 

per la voglia di lavorare qui da noi i ragazzini se li paghi vanno anche in campagna.......

:rolleyes:

 

Si, l'80%è esagerato, ma l'alta percentuale è riferita alle persone che conosco (di vista) che hanno nel paese X6, X5 e bmw 535, altra cosa strana è che sono solo BMW, qualche volta che ne incontro qualcuno che ho più confidenza al bar chiedo di persona e mi saprò spiegare così il motivo.

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La stima nel rapporto stilato con Migrantes al di sopra della media Ue e dei dati Istat

Comunità romena la più numerosa, aumentano i minori e gli studenti

Caritas, dossier immigrazione

in Italia quasi 4 milioni i regolari

Sono il 6,7% della popolazione; 1,5 milioni di lavoratori, 800mila iscritti al sindacato

In 500mila lavorano in nero. Molti sono imprenditori. Contribuiscono al Pil per il 9%

 

ROMA - Sono quasi quattro milioni gli immigrati regolari in Italia, con una incidenza del 6,7% sul totale della popolazione, leggermente al di sopra della media Ue. E' la stima fatta dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Migrantes nel dossier annuale presentato oggi a Roma. I cittadini stranieri oscillano fra i 3.800.000 e i 4 milioni, precisa il dossier, sottolineando che il dato non è in contrasto con le cifre diffuse dall'Istat alcune settimane fa (quasi 3 milioni e mezzo di presenze) in quanto si tiene conto anche delle presenze regolari che, a causa delle procedure molto lunghe, ancora non sono registrate in anagrafe.

 

Nell'ultimo anno la popolazione straniera è aumentata di circa mezzo milione e la comunità straniera più grande, raddoppiata negli ultimi due anni, è quella romena con un milione di presenze stimate. Il 62,5% degli immigrati si trova al nord (oltre 2 milioni), il 25% al centro (poco meno di un milione) e circa il 10% nel mezzogiorno (quasi mezzo milione).

 

Gli immigrati nel territorio. La stima sulla presenza degli immigrati regolari in Italia varia quindi dai 3,5 milioni di residenti accertati dall'Istat e i 4 milioni ipotizzati dal dossier, ma per entrambi la popolazione immigrata è aumentata di diverse centinaia di migliaia di unità. Secondo il rapporto Caritas/Migrantes in Italia risultano presenti 3.987.000 persone regolarmente registrate. Gli immigrati sono uno ogni 15 residenti in Italia e uno ogni 15 studenti a scuola, ma quasi uno ogni 10 lavoratori occupati; inoltre, in un decimo dei matrimoni celebrati in Italia è coinvolto un partner straniero, così come un decimo delle nuove nascite va attribuito a entrambi i genitori stranieri.

 

Comunità romena la più numerosa. La comunità romena, raddoppiata nel giro di soli due anni, conta 625 mila residenti e, secondo le stime del dossier quasi un milione di presenze regolari. Al secondo posto gli albanesi con 402 mila presenze e subito dopo i marocchini a quota 366 mila. Mentre intorno alle 150 mila unità si collocano le collettività cinese e ucraina. In termini percentuali gli europei rappresentano il 52% del totale degli stranieri residenti in Italia, gli africani il 23,2%, gli asiatici il 16,1% e gli americani l'8,6%. Secondo le stime del dossier la regione con il maggior numero di stranieri regolari è la Lombardia (953.600 presenze pari al 23.9% del totale), seguita dal Lazio (480.700 pari al 12,1% del totale) e dal Veneto (473.800 pari all'11,9% del totale).

 

Popolazione minorile in aumento. Nel 2007 sono nati 64.000 bambini da entrambi i genitori stranieri e, se si tiene anche conto dei minori che vengono per ricongiungimento, emerge che la popolazione minorile aumenta in Italia al ritmo di 100.000 unità l'anno; i minori stranieri residenti sono 767.060, dei quali ben 457.345 di seconda generazione, ovvero nati in Italia e gli studenti figli di immigrati aumentano al ritmo di 70.000 unità l'anno sfiorando le 600.000 nell'anno scolastico 2007-2008 (574.133). Sono poco meno di 100 mila gli studenti romeni (92.734), albanesi (85.195) e marocchini (76.217), quasi 30.000 i cinesi, 20.000 gli ecuadoriani, 15.000 i tunisini, i serbi e i montenegrini.

 

Il lavoro e il sindacato. In Italia lavorano circa un milione e mezzo di immigrati, che rappresentano il 10% degli occupati in diversi comparti soprattutto al nord. A Brescia un lavoratore su cinque è nato all'estero. A Mantova, Lodi e Bergamo uno su sei. A Milano, uno su sette. In tutta la Lombardia quasi la metà dei nuovi assunti (45,6%) è nata all'estero. Un segnale della trasformazione radicale del mondo del lavoro riguarda le iscrizioni al sindacato: i tesserati immigrati hanno ampiamente superato la cifra di 800 mila lavoratori. Mentre la percentuale di iscritti al sindacato sul totale dei lavoratori è del 5%, la percentuale sul totale degli iscritti tra i lavoratori attivi raggiunge ormai il 12%.

 

Almeno 500mila lavorano in nero. Il dossier stima che almeno mezzo milione di stranieri sono già insediati e inseriti nel mercato del lavoro nero, seppure sprovvisti di permesso di soggiorno. Il lavoro nero fra gli immigrati, osserva il rapporto, "è enormemente diffuso non solo presso le famiglie ma anche nelle aziende con un'ampiezza sconosciuta negli altri paesi industrializzati. In tre anni (2005-2007) è stato presentato circa un milione e mezzo di domande di assunzione di lavoratori stranieri con un'incidenza rispetto alla popolazione straniera già residente che va dal 10% al 25% nel 2007 (ma addirittura del 33% rispetto ai lavoratori stranieri già occupati).

 

Imprenditori. L'85% delle aziende con titolari immigrati è stato costituito dal 2000 in poi. La collettività straniera che vanta tra le sue fila il maggior numero di imprenditori è quella marocchina, con 20 mila figure di questo tipo. Subito dopo arriva quella romena, tuttora in forte crescita, seguita dalla comunità cinese. Anche gli imprenditori albanesi non sono pochi con le loro 17 mila presenze. Il grosso dell'iniziativa degli immigrati che decidono di mettersi in proprio si concentra tra l'edilizia e il commercio: per entrambi i settori risultano quattro imprese su dieci.

 

Ricchezza prodotta e spesa sociale. Secondo una stima di Unioncamere, gli immigrati concorrono per il 9% alla creazione del Pil, tre punti in più rispetto all'incidenza sulla popolazione. Gli immigrati hanno un costo in termini di servizi e assistenza: i Comuni italiani spendono specificamente per gli immigrati il 2,4% della loro spesa sociale (nel 2005, ultimo dato disponibile, 137 milioni di euro). Tenendo conto che gli immigrati sono fruitori anche di servizi a carattere generale, si può stimare che attualmente per loro si possa arrivare a una spesa sociale di un miliardo di euro, ampiamente coperti dai 3,7 miliardi di euro che, secondo una stima del dossier, assicurano come gettito fiscale.

 

Raddoppiate le cittadinanze in tre anni. In tre anni, sono raddoppiati i casi di cittadinanza di stranieri: nel 2007 ad acquisire la cittadinanza italiana sono stati 38.466 stranieri. Il dato italiano è comunque uno fra i più bassi nell'Ue dove sono 700 mila i casi di cittadinanza registrati in Europa, quasi 2 mila al giorno.

 

La criminalità. L'analisi congiunta delle statistiche giudiziarie e penitenziarie relative agli anni Duemila porta a queste conclusioni: gli immigrati regolari hanno all'incirca lo stesso tasso di devianza degli italiani. Gli addebiti giudiziari sono più ricorrenti per gli immigrati irregolari. La maggiore preoccupazione va riferita alle "mele marce" delle diverse collettività immigrate e alla criminalità straniera organizzata, che sta prendendo piede anche in collaborazione con le organizzazioni malavitose locali.

 

Il dossier Caritas/Migrantes. E' diventato negli anni un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che si occupano della tematica. Per certi versi è ormai una fonte prioritaria, anche se nel passato sono state sollevate polemiche a proposito delle cifre. Nel dossier di quest'anno la questione viene affrontata direttamente, spiegando anche i criteri adottati e contribuendo quindi a svelare il mistero delle cifre dissonanti rispetto a quelle ufficiali dell'Istat e del ministero dell'Interno.

Modificato: da il-dritto
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eri sono stati arrestati gli assassini dei due anziani coniugi di Treviso, torturati sadicamente prima di venire uccisi. Uno dei tre era fuori grazie all’indulto concesso per svuotare le carceri e che ha avuto l’effetto di riempire le strade di criminali per niente pentiti, per niente redenti. Tutti i dati indicano che da allora i delitti, dai più gravi ai meno gravi, sono aumentati. E che presto le carceri saranno ancora piene. Ma niente sarà come prima, perché nel frattempo i delinquenti liberati avranno percorso il Paese come una peste lasciando nelle vittime ferite insanabili. Cosa potranno dire a quelle vittime i parlamentari che votarono l’indulto, con l’eccezione della Lega e di Alleanza nazionale? Niente. E niente farà l’attuale governo, le cui forze erano a suo tempo schierate all’unisono per l’indulto e che nel frattempo non ha risolto i problemi delle carceri né quello della sicurezza.

Forse perché troppo occupato a discutere l’atteggiamento da tenersi verso i lavavetri, il governo non ascolta neanche se stesso. I tre sadici assassini di Treviso sono due albanesi e un romeno, e forse solo adesso si comincerà a prendere in considerazione un rapporto presentato in giugno dal ministro dell’Interno Giuliano Amato sulla criminalità nel 2006. Ne risulta che in Italia gli stranieri costituiscono il 51 per cento dei denunciati per rapina o furto in abitazione, il 45 per cento per rapina, il 39 per cento per violenze sessuali, il 36 per cento per gli omicidi consumati e il 31 per cento per quelli tentati, il 27 per cento per lesioni colpose. Se a queste percentuali si sottrae quella relativa agli immigrati regolari, si sale al 74 per cento per omicidio, al 72 per cento per il tentato omicidio, al 62 per cento per violenza carnale e al 63 per cento per sfruttamento della prostituzione. E gli immigrati sono una percentuale molto al di sotto del 10 per cento della popolazione italiana.

Poiché la statistica è una scienza matematica e priva di passioni, qui non c’entrano davvero i pregiudizi, si tratta di dati oggettivi. Se si vogliono fare delle analisi sociali, tutto è comprensibile e spiegabile. Si può dire che non bisogna fare d’ogni erba un fascio, che ci sono i buoni e i cattivi. Si può considerare che molti vivono in condizioni di disperazione e di mancanza di lavoro. Si può pure ricordare, come viene sempre fatto, che anche fra gli italiani emigrati in America c’era una gran quantità di criminali. Ma, una volta spiegato e capito tutto, resta la realtà di un Paese gravemente danneggiato, nella carne e nello spirito, da un’immigrazione che non si riesce a controllare né per quantità né per qualità.

Uno dei primi provvedimenti presi dal governo Prodi fu lo smantellamento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione, che era migliorabile ma poneva freni forti all’immigrazione selvaggia. Il cambiamento di quella legge, sostituita con una molto più lassa, venne festeggiato come una conquista di civiltà. Però non è civiltà portare fra noi una barbarie incontrollata. La civiltà non è fare entrare un disperato, non essendo in grado di dargli un lavoro, e poi discutere se può o meno guadagnare lavando i vetri ai semafori, nella speranza assurda che – preso dalla disperazione – non diventi un delinquente.

 

 

fonte il giornale

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